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Disegni arrotolati

by Liana Zanfrisco

Disegni arrotolati su se stessi

niente di più normale per chi disegna che ritrovarsi con un rotolo di carta Fabriano nuovo  e non riuscire più a ricavarne dei fogli… non appena si lasciano i bordi di un foglio tagliato, ecco che si arrotola di nuovo…

e subito lo spazio si riempie di questi totem che possono sembrare anche canne.

disegni arrotolati, istallazione

Era il 2010 stavo preparando la mostra alla Galleria Arte Coppo a Verviers (ora purtroppo non esiste più, anzi non esiste più neanche il quartiere… cose che capitano). Avevo già realizzato una grande quantità di disegni su carta a matita e a inchiostro, alternando i diversi grigi della graffite alle diverse intensità di nero dell’inchiostro di China.

disegni arrotolati, ragazzi

Era uno di quei magici momenti per chi lavora con l’arte, nel quale i disegni vengono da se.

Ogni linea che tracciavo sulla carta apriva automaticamente un cassetto profondo della mente che esigeva attenzione, altri segni volevano essere messi su carta. Ero diventata un’esecutrice. Ripensandoci mi viene in mente che forse

il talento è la capacità di rimanere sintonizzati

Da rotoli di carta a disegni arrotolati il passo è breve, vederli così orgogliosi e fragili mi deve aver fatto pensare a quei gruppetti di ragazzi impalati per ore accanto al muretto o ad una staccionata. Non so più se esistono le comitive come quelle di una volta ma guardando queste canne,  devo aver pensato proprio a loro.

disegni arrotolati, bambine

Dopo aver disegnato un cero numero di ragazzi e ragazze ho cominciato a vedere la possibilità di rendere tridimensionali i disegni. Avevo trovato il modo di mostrare anche il retro delle cose. Ho cominciato disegnando delle case e magicamente potevo essere davanti o sul retro di essa.

Si può trarre ispirazione dalla natura, dai grandi maestri o dai nostri personali maestri e qualche volta come è successo a me

 si può trarre ispirazione anche da se stessi.

Così i primi di giugno del 2010 ho impacchettato tutto e sono partita alla volta di Verviers per allestire la mostra. A dire il vero non credo che sia stata la mia più bella mostra. Era arrivata troppo presto, era arrivata sul più bello.

Nonostante dopo una settimana fossi già di ritorno non mi è stato possibile, per svariati motivi che non sto qui a raccontarti,  riprendere da dove avevo interrotto. Ma a distanza di tempo è diverso si riesce a guardare alle proprie cose come fossero altrui e se ne rimane irrimediabilmente folgorati.

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