Per cominciare lascia che ti racconti…
… di quando avevo diciannove anni e frequentavo il primo anno di Accademia delle Belle Arti.
Se pensi di andare all’Accademia e trovare qualcuno pronto a darti lezioni di disegno, ti sbagli. Almeno negli anni ’80 era così e non credo le cose siano cambiate molto da allora.
Quando ho cominciato l’Accademia delle Belle Arti, avevo diciannove anni e non sapevo disegnare.
I primi mesi furono drammatici.
Anzi, la mia prima lezione del Corso di Pittura del professor Carlo Caroli fu disastrosa.
Lo dimostra il fatto che ad anni di distanza ricordo quella mattinata come fosse ora.
Tutti gli allievi dei quattro anni del corso di pittura disegnano contemporaneamente in una delle chiese più belle di Roma: La Basilica di San Pietro in Vincoli.
Il professore, uomo alto e austero si aggira tra le navate e ci osserva lavorare.
Grande concentrazione tra gli studenti che disegnano perlopiù la maestosa statua del Mosè di Michelangelo.
Io, allieva iscritta al primo anno del corso di Pittura, seduta sullo sgabello pieghevole che mi sono portata da casa, comincio per la prima volta a disegnare sul serio.
La sensazione provata quella mattina la ricordo perfettamente.
– Non sapevo da cosa cominciare.
– Non avevo idea da che parte guardare.
– Non conoscevo neanche la libertà di realizzare uno schizzo veloce.
– In pratica non sapevo, dove mettere le mani.
– Comincio ad occuparmi di un particolare qualsiasi della statua e poi cerco di far combaciare le parti. Impossibile.
Quella mattina mi rendo conto di non saper disegnare.
A riconoscere subito la mia totale mancanza di talento, fu, ahimè, il professore che senza troppo indugio mi mortifica davanti al Mosè di Michelangelo impietrito e a qualche turista sconcertato.
Come avevo osato iscrivermi all’Accademia delle Belle Arti senza avere la benché minima nozione di disegno?
Io, però, quell’accademia la volevo frequentare ad ogni costo. Volevo diventare un’artista. A quei tempi avevo le idee molto chiare, oggi, direi: piuttosto confuse.
Che cosa feci subito dopo?
Ritornai a casa, mi confidai con i mei genitori.
Piansi per un tempo relativamente lungo.
Dopodiché cominciai a disegnare T U T T O.
– I quadri famosi della collezione di libri I Maestri del Colore.
– I ritratti dei pendolari del treno Civitavecchia-Roma andata e ritorno.
– Tutti gli oggetti di casa mia, tutti gli angoli delle stanze, i mobili e le sedute.
– Mia madre durante le faccende: mentre stira, cuce o cucina.
– Le mie sorelle e gran parte dei vicini.
– Gli alberi e le piante del nostro giardino.
– Tutte le mie amiche e pure bambini sconosciuti che giocano al parco.
– Cavalli, cani, gatti, insetti e tante barche e poi il mare.
Disegnavo ovunque, a qualsiasi ora, qualsiasi cosa, in qualsiasi condizione e in ogni possibile situazione.
Alle feste, io ero “QUELLA CHE DISEGNA”
Portavo con me sempre un quaderno con i fogli bianchi e qualche matita. Molto presto cominciai a usare inchiostro e pennino, forse un po’ scomodo da portare in giro ma mi piaceva già il nero profondo della China. Disegnavo velocemente e senza disegno preparatorio.
Circa un mese dopo la mia fallimentare riproduzione del Mosè, improvvisamente e in modo quasi repentino comincio a disegnare B E N E.
Come te ne accorgi? Lo vedi.
Guardi il disegno e ti sorprende.
Ti sembra di non essere stata tu a realizzarlo.
Non riesco a dire cosa facessi di nuovo che non avevo fatto prima.
Semplicemente guardavo in modo diverso.
Una cosa, però, mi fu subito chiara.
La storia del talento innato è una bufala.
O meglio, tutto quello che non abbiamo avuto in donazione dalla nascita, lo possiamo apprendere in seguito.
L’unico elemento imprescindibile è: “la tigna”. Niente a che vedere con una malattia della cute, sia chiaro.
Dalle mie parti, la tigna e il suo aggettivo, essere tignoso, definiscono un aspetto molto particolare del carattere umano.
E’ necessario possedere un sufficiente grado di “tigna” per perseguire il proprio obiettivo con tale forza di volontà che niente e nessuno può distoglierti dal tuo traguardo.
Ecco, questo è per me IL TALENTO.
Per fortuna, proprio in quegli anni, nella stessa Accademia ma in corsi diversi, scopro che scienziati, neurologi, psicologi, artisti e insegnanti da anni studiando la relazione tra disegno e processi visivi e percettivi del cervello. Dunque, alla luce delle nuove scoperte, ciò che mi era successo, soprattutto la mia naturale guarigione, il mio sorprendermi improvvisamente a saper disegnare, poteva essere benissimo spiegato? Esatto!
“Quindi, anch’io” ti starai domandando “che non so assolutamente disegnare, potrei imparare come è successo a te?”
E S A T T O!
La capacità di disegnare può essere insegnata e quindi appresa da tutti. Puoi imparare a disegnare come hai imparato a leggere, a scrivere, a guidare la macchina, a sciare o camminare, cioè in modo del tutto naturale.
Aspetta non ho ancora finito il racconto.
Diversi anni dopo
Siamo nel 2018 a Civitavecchia apre Studio 79 uno spazio per l’arte, un luogo d’incontri, di intrattenimento e apprendimento. Per l’apprendimento Riccardo e Rossella (ideatori del progetto) hanno le idee chiare: i corsi devono essere per negati.
“Te le senti di fare un corso di disegno per negati?”, mi chiedono.
“Certo che si!” Erano anni che non aspettavo altro, ma loro non potevano saperlo.
A giugno del 2018 comincio il mio primo corso di disegno per negati.
Da cosa nasce cosa
Ormai si sa, siamo tutti tecnologici, già dalla prima lezione ci siamo scambiati con gli allievi il contatto telefonico e cominciamo a comunicare anche tramite Whatapp.
Da subito gli allievi usano la chat per mostrarmi i lavori che realizzano a casa o per chiedermi consigli.
Io trovo lo strumento molto utile e pratico e mi rendo conto di essere perfettamente in grado di fare lezioni di disegno anche a distanza.
Ecco com’è nato POWER DRAWING, il mio primo corso di disegno online via skype, in otto settimane.
La PRIMA EDIZIONE del corso di disegno è già partita in via sperimentale a febbraio e sta terminando proprio in questi giorni. Una sorta di progetto pilota allo scopo di verificarne la fattibilità…
E posso dirti che… FUNZIONA! Gli allievi sono molto soddisfatti. I risultati sconvolgenti.
C’è anche un ex-negato che sta progettando la sua prima mostra.
Perché ho deciso di fare un corso di disegno via skype e NON lezioni video pre-registrate?
Perché il disegno è soggettivo.
I problemi che gli allievi incontrano durante l’esecuzione del disegno sono soggettivi.
Il disegno è come una seduta dallo psicanalista, richiede risposte ad personam.
Power Drawing è un corso di disegno on line molto particolare:
– Sei autorizzato a disturbarmi ogni volta che hai una domanda.
– Mostrami i tuoi disegni anche nelle fasi intermedie.
– Contattarmi se ti senti bloccato e non sai come andare avanti.
Per Power Drawing ho realizzato personalmente un sito web dove puoi trovare tutte le informazioni che desideri
https://www.powerdrawing.net
Ecco adesso sì che puoi andare dall’altra parte.
Ti ringrazio della visita (per nulla scontata).
7 comments
Fare il corso con Liana è un’esperienza unica! Oltre ad insegnarti a disegnare perfettamente, tanto da sorprenderti di essere stato tu, con la tua matita e la tua mano a creare quel disegno, è sempre a spronarti e a farti avere fiducia nelle tue capacità.
Grazie Liana per il tempo prezioso insieme.
Cara Floriana,
in realtà sei stata tu ad avere avuto fiducia in me e prima ancora di conoscermi di persona hai deciso che dovevo diventare la tua maestra.
Io non ho ancora capito perché ma ne sono felice perché tu, oltre ad essere una bravissima allieva, sei una collagista di talento e una psicologa per bambini. Io spero tanto che questo corso tu possa trasmetterlo ai tuoi piccoli pazienti. Lezioni di disegno propedeutico per tutti, questa è la RINASCITA. Ti abbraccio forte, ci vediamo settembre!
Cara Liana leggere il tuo articolo di oggi ti confesso mi ha quasi commossa. No, non sto esagerando e ti dico il perche’. Prima di tutto con la tua bellissima descrizione del tuo primo approccio al disegno durante quel primo anno all’Accademia mi hai riportato alla mente il Mio Primo Anno prima all’Istituto d’arte di Roma e poi all’Accademia di Belle Arti di Firenze (per poi tornare a quella di Roma come te). Sono stata letteralmente inondata di ricordi e delle emozioni che quelle esperienze fondamentali mi hanno provocato. Quante giornate, quante ore a ripetere gli esercizi e come tu scrivi giustamente a DISEGNARE DI TUTTO!!!! Ecco questo mi ha forse commosso: la tua descrizione cosi’ accurata di questa PASSIONE che ci trascina da tempi immenori e che tu hai saputo poi trasformare in una capacita’ meravigliosa di poter insegnare il disegno a TUTTI anche chi pensava di non poter disegnare neanche un capello! Beh io te l’ho sempre detto amica cara: tu quella tigna ( che io definisco passione e talento)non solo la possiedi, ma sei in grado di trasmetterla al mondo intero! Dimostrando qualcosa di unico che da noi viene sottovalutato da sempre: la capacita’ di disegnare e’ INNATA lo si vede chiaramente nell’osservare I bambini che disegnano. Il tuo corso dovrebbe divenire un corso modello da seguire a livelli altissimi, oltre l’Accademie,e, ne sono sicura al mille per mille, lo diventera’ come I tuoi allievi e noi tutti testimoniamo nella nostra meravigliata ammirazione. Perche’ tu ed I tuoi allievi create bellezza, e noi ben sappiamo quanto ce n’e’ bisogno ora piu’ che mai!
Carissima Cristina, ti ringrazio molto perché questo tuo commento mi ha fatto capire che siamo stati in molti a provare le stesse cose, le stesse emozioni, le stesse esperienze. Noi, il disegno lo avevamo concepito e lo concepiamo tutt’ora come strumento per andare in profondità. La matita, una canna da pesca per scrutare gli abissi. Io spero che il disegno diventi virale, veramente. Soprattutto nei primi anni delle medie quando i ragazzi si cominciano ad allontanare. Il disegno propedeutico potrebbe recuperare molti di loro. Perché non c’è niente di più bello che sapere di essere capaci in qualcosa e quando quel qualcosa è il disegno: è la rinascita.
Ne parlavo ieri con una mia ex allieva, Manu. Lei oggi ha 40’anni, è separata dal marito e ha due figli da mantenere. Manu è bellissima, rotonda e morbida come un babà, i suoi occhi sono diretti e sinceri, una energia positiva, la voce pacata e la risata argentina. Si è sposata presto e mi raccontava di aver abbandonato l’Accademia di Belle Arti dopo il primo anno perché si sentiva un pesce fuori dall’acqua! Ora che può dedicare un po’ di tempo anche a se stessa, dopo avere valutato di riprendere gli studi artistici, ha deciso di guadagnarsi un diploma che unisse la sua vocazione artistica, alla necessità di realizzare un obiettivo lavorativo per fare fronte alle necessità contingenti materiali della sua famiglia. Ieri Manu è venuta a casa mia perché sta imparando il mestiere di estetista e io avevo bisogno di lei. Alle 9,30 di mattina, è arrivata con la sua valigetta di strumenti estetici, sotto la fresca ombra della pergola del mio giardino, ha disposto con precisione i suoi attrezzi sul grande tavolo, poi ha indossato un grembiule bianco candido e fino a mezzogiorno si è presa cura di me con un amore è una sensibilità straordinarie e abbiamo ricordato i tempi della scuola… Manu ed io abbiamo avuto un rapporto speciale. Lei ha sempre avuto una carica esplosiva, un amore impetuoso per il colore e un istinto “omicida” delle sue performance pittoriche che la portava ad esagerare fino a distruggere quello che aveva fatto, perché l’enfasi creativa non si soddisfaceva mai! Il suo talento era per me evidente, soprattutto perché genuino, sicuramente ingenuo e l’ho tenuta sotto controllo stretto…intervenivo al momento giusto prima che la sua creatività degenerasse. Inizialmente si sentiva frenata, restava interdetta quando le sottraevo i lavori da sotto il nasoe questi le sembravano incompleti, ma col tempo Manu comprese ciò che stavamo facendo, iniziò a sfornare una quantità enorme di opere. A volte glene ritagliavo un solo quadratino, c’era il in quei pochi centimetri! Lo ingrandivo e la guidavo nella lettura di quel mondo e lei scopriva il linguaggio del suo “fare” . Crebbe così tanto la mia Manu che all’esame di maturità il presidente della commissione, un raro presidente artista, pretese il 100 tondo tondo, nonostante i voti delle altre prove non superassero di molto la sufficienza. Io e Manu ci vogliamo tanto bene e lei sarà una artista della cosmesi.
Prima di tutto, cara Mara,
ti voglio dire che io mi sento incredibilmente onorata per aver ricevuto una così bella storia a commento del mio articolo.
Farò in modo di averne cura perché in un epoca di like al volo e emoji incomprensibili, racconti del cuore sono merce assai rara.
Ma tu di merce rara ne sforni in quantità ogni giorno e aggiungo qui personalmente link al tuo profilo Instagram https://www.instagram.com/mara_corraine_prezioso/ perché si sappia quanto sei brava.
La cosa più bella che ho letto tra le righe del tuo racconto, è la tua straordinaria capacità di trasmettere, incoraggiare, moltiplicare la conoscenza dei tuoi studenti.
“L’EMPATIA” se non ce l’hai non puoi ottenere con qualche imbroglio.
Se gli insegnati devo proprio essere esaminati nel corso della loro carriera, si dovrebbe misurar loro il grado di empatia che ancora possiedono.
Perché all’inizio della carriera è facile essere empatici, più difficile è conservarla.
Tu dimostri di averne avuta sempre tanta, mista ad un profondo rispetto per la figura dell’insegnante come custode della crescita intellettuale e spirituale di giovani anime spesso in pena. Su queste cose non si scherza e tu lo dimostri in questo racconto. Fortunata Manu e tutti i tuoi studenti.
Grazie a te cara Liana! Perché hai accolto questa piccola storia di amore puro e semplice tra allieva e insegnante, con la rara sensibilità e con l’altruismo di chi come te, concede sempre e generosamente lo spazio e le parole più toccanti per valorizzare ogni piccola e ogni grande “cosa”. Commentare sul tuo blog è un grande onore per me. Grazie